lunedì 29 dicembre 2008

...and a Happy New University...

Hpim05102Salve amici di Lingue!
Buone feste innanzitutto, felice Natale e auguri sparsi a tutti.
Piccolo aggiornamento sullo stato della mobilitazione in senso stretto: il primo bilancio d'Ateneo post-133 pare sia stato approvato.
Passiamo come ateneo virtuoso (cioè spendiamo meno del 90% del f.f.o., fondo di finanziamento ordinario, in stipendi per i docenti) grazie ad una simpatica manovra che scorpora una parte di medicina. Siamo effettivamente al 92% e rotti. Il rettore ha fatto una magia per quest'anno (evidentemente è Babbo Natale) lasciando la patata bollente al suo sostituto l'anno prossimo.

Insomma, fermo restando che l'anno prossimo sarà bello lottare per essere virtuosi (oh, e che virtuosità!) la 133 ci ha in teoria colpito in misura minore. Il bilancio in questo senso parla chiaro!
  • tagli ai servizi bibliotecari;
  • quest'anno 0,00 € verranno destinati alla ricerca e tagli di quasi 1.000.000 € anche agli assegni di ricerca;
  • incasseremo oltre 3.270.000 € di FFO in meno con le ovvie ripercussioni;
  • non vi è chiarezza né trasparenza su troppe voci di bilancio;
Per trasparenza sulle voci si intende che vengono spese cifre assurde per telefonia (800mila euro, telefonate all'estero escluse... skype forever), pulizie e sicurezza (qualche milione di euro... ma almeno siamo sicuri, vero?), tutte spese prese 'in fede'.

Felice Anno Nuovo amici! Speriamo che per l'Università sia migliore di questo appena passato.

-Alessio-

mercoledì 17 dicembre 2008

Notte bianca, reading, ringraziamenti...

Hpim0543Il contributo della facoltà di lingue per la notte bianca è stato semplicemente splendido.
Molti di noi, (quasi tutti) hanno dovuto organizzare il mercatino, il quiz e il reading. Nonostante questo, abbiamo mantenuto una lucidità e serietà al di fuori del normale.
Tutto è andato bene.
In particolare, vorrei soffermarmi sul reading, ringraziando di cuore tutti quelli che hanno partecipato, con le loro parole e con la loro presenza.
In particolare ringrazio, per averci regalato le loro splendide parole: Francesca C. (Noise), Francesca S. (inedito), Melissa (il mio scrivere).
Ringrazio Carla e Luca, per aver letto con me e aver assecondato le mie malate idee scenografiche,
Ringrazio Gabriele e la sua chitarra, per averci regalato splendide note che dolci e silenziose hanno accompagnato le parole,
Ringrazio Paolo e Alessio, per l'importantissimo supporto tecnico.

"Musica alle parole", ascoltare con l'anima, di chi vive il mondo con l'anima,
"Musica alle parole", leggere con gli occhi di chi legge il mondo dal profondo dei nostri pensieri.
Questo è stato, per me "musica alle parole", più qualcos'altro.

Stay in art


Stefano

sabato 13 dicembre 2008

Scuola, la riforma slitta al 2010.

Il ministro ha deciso di rinviare l'applicazione della parte relativa alle scuole superiori.
Accolte diverse osservazioni venute in queste settimane dalle parti sociali.

 

Scuola, la riforma slitta al 2010
"Maestro unico solo su richiesta"

 
Confermato il tempo pieno di 40 ore nelle elementari
Veltroni: "Dal governo marcia indietro, aveva ragione chi protestava"

di SALVO INTRAVAIA

ROMA - Rinviata di un anno la riforma delle scuole superiori. E' il primo risultato del braccio tra mondo della scuola e governo condotto negli ultimi due mesi. Ma dall'incontro con i sindacati a Palazzo Chigi emergono altre importanti novità. Salta, in pratica, il maestro unico alla scuola elementare e viene confermato il tempo pieno di 40 ore alla scuola elementare. Le importanti novità, che rappresentano un'autentica marcia indietro dell'esecutivo, sono scaturite da un mini vertice svoltosi ieri tra il premier, Silvio Berlusconi, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il collega dell'Economia, Giulio Tremonti e il presidente della commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea.

La novità senz'altro più importante è lo slittamento di un anno (al 2010/2011) della riforma delle scuole superiori: licei, istituti tecnici. Per l'istruzione professionale è tutto ancora in alto mare. I regolamenti verranno presentati al Consiglio dei ministri del prossimo 18 dicembre ma la riforma partirà dal primo settembre 2010. "Per dare modo alle scuole e alle famiglie - si legge in una nota del ministero - di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi". Sul secondo ciclo "si aprirà un confronto con tutti i soggetti della scuola sull'applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti".

I punti principali della riforma prevedono "lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici, più legame tra le richieste del mondo del lavoro e la scuola, il riordino degli istituti tecnici e più opportunità per le famiglie". Dagli 820 indirizzi scolastici (tra sperimentazioni e ordinamenti) si passa a 5 licei (classico, scientifico, artistico, delle scienze umane, linguistico e musicale) e 11 indirizzi per quanto riguarda gli istituti tecnici. Inoltre, "saranno messe a regime le migliori esperienze delle sperimentazioni" e verranno aumentate le ore di "studio della lingua inglese, delle discipline scientifiche e di matematica".

La riforma delle scuola primaria (l'ex elementare e media) e della secondaria di primo grado (la scuola media) partirà dal prossimo anno ma rispetto al disegno della Gelmini subirà alcune importanti modifiche. Salta infatti il maestro unico alla scuola elementare (con impegni di 24 ore settimanali) che si trasforma in "maestro prevalente". Come era stato chiesto, infatti, dalla commissione Cultura della Camera l'orario settimanale di 24 ore sarà solo una opzione che le famiglie potranno chiedere accanto alle 27 e alle 40 ore. Nessuno obbligo, quindi, per le scuole.

La scuola dell'infanzia dove erano a rischio le 40 ore settimanali del cosiddetto "tempo normale" resterà praticamente invariata e viene confermato il Tempo pieno con due insegnanti per classe, così come richiesto dal Parere Aprea. Alle medie l'orario settimanale sarà di 30 ore anziché 29 come ipotizzato dal Piano-Gelmini. Il numero massimo di alunni per classe non verrà elevato. Infine, il governo, si è dichiarato disponibile ad aprire un tavolo sul precariato. La marcia indietro del governo non soddisfa Flc Cgil e Cobas che confermano lo sciopero generale di domani. Soddisfatto Walter Veltroni. "Vedo - ha detto il segretario del Pd - che il governo sulla scuola fa una completa marcia indietro. Ora tutte le prediche che ci avevano fatto, le lezioncine rivolte a noi e a quanti osavano criticare che fine hanno fatto? Vuol dire che avevamo ragione noi, avevano ragione i sindacati dei docenti, gli studenti, i genitori, quel grande movimento che aveva bocciato la finta riforma"

(11 dicembre 2008)

Fonte:
www.repubblica.it

venerdì 12 dicembre 2008

SCUOLA, LA RIFORMA SLITTA AL 2010

Il ministro ha deciso di rinviare l'applicazione della parte relativa alle scuole superiori. Accolte diverse osservazioni venute in queste settimane dalle parti sociali. Scuola, la riforma slitta al 2010 "Maestro unico solo su richiesta" Confermato il tempo pieno di 40 ore nelle elementari Veltroni: "Dal governo marcia indietro, aveva ragione chi protestava" di SALVO INTRAVAIA ROMA - Rinviata di un anno la riforma delle scuole superiori. E' il primo risultato del braccio tra mondo della scuola e governo condotto negli ultimi due mesi. Ma dall'incontro con i sindacati a Palazzo Chigi emergono altre importanti novità. Salta, in pratica, il maestro unico alla scuola elementare e viene confermato il tempo pieno di 40 ore alla scuola elementare. Le importanti novità, che rappresentano un'autentica marcia indietro dell'esecutivo, sono scaturite da un mini vertice svoltosi ieri tra il premier, Silvio Berlusconi, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il collega dell'Economia, Giulio Tremonti e il presidente della commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea. La novità senz'altro più importante è lo slittamento di un anno (al 2010/2011) della riforma delle scuole superiori: licei, istituti tecnici. Per l'istruzione professionale è tutto ancora in alto mare. I regolamenti verranno presentati al Consiglio dei ministri del prossimo 18 dicembre ma la riforma partirà dal primo settembre 2010. "Per dare modo alle scuole e alle famiglie - si legge in una nota del ministero - di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi". Sul secondo ciclo "si aprirà un confronto con tutti i soggetti della scuola sull'applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti". I punti principali della riforma prevedono "lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici, più legame tra le richieste del mondo del lavoro e la scuola, il riordino degli istituti tecnici e più opportunità per le famiglie". Dagli 820 indirizzi scolastici (tra sperimentazioni e ordinamenti) si passa a 5 licei (classico, scientifico, artistico, delle scienze umane, linguistico e musicale) e 11 indirizzi per quanto riguarda gli istituti tecnici. Inoltre, "saranno messe a regime le migliori esperienze delle sperimentazioni" e verranno aumentate le ore di "studio della lingua inglese, delle discipline scientifiche e di matematica". La riforma delle scuola primaria (l'ex elementare e media) e della secondaria di primo grado (la scuola media) partirà dal prossimo anno ma rispetto al disegno della Gelmini subirà alcune importanti modifiche. Salta infatti il maestro unico alla scuola elementare (con impegni di 24 ore settimanali) che si trasforma in "maestro prevalente". Come era stato chiesto, infatti, dalla commissione Cultura della Camera l'orario settimanale di 24 ore sarà solo una opzione che le famiglie potranno chiedere accanto alle 27 e alle 40 ore. Nessuno obbligo, quindi, per le scuole. La scuola dell'infanzia dove erano a rischio le 40 ore settimanali del cosiddetto "tempo normale" resterà praticamente invariata e viene confermato il Tempo pieno con due insegnanti per classe, così come richiesto dal Parere Aprea. Alle medie l'orario settimanale sarà di 30 ore anziché 29 come ipotizzato dal Piano-Gelmini. Il numero massimo di alunni per classe non verrà elevato. Infine, il governo, si è dichiarato disponibile ad aprire un tavolo sul precariato. La marcia indietro del governo non soddisfa Flc Cgil e Cobas che confermano lo sciopero generale di domani. Soddisfatto Walter Veltroni. "Vedo - ha detto il segretario del Pd - che il governo sulla scuola fa una completa marcia indietro. Ora tutte le prediche che ci avevano fatto, le lezioncine rivolte a noi e a quanti osavano criticare che fine hanno fatto? Vuol dire che avevamo ragione noi, avevano ragione i sindacati dei docenti, gli studenti, i genitori, quel grande movimento che aveva bocciato la finta riforma" (11 dicembre 2008) Fonte: www.repubblica.it

mercoledì 10 dicembre 2008

MANIFESTAZIONE 12 DICEMBRE 2008

manifestazione12

UNICAMENTE CONTRO LA LEGGE 133  

Il coordinamento studentesco universitario “UNICAMENTE CONTRO LA 133” vuole, attraverso questo documento, chiarire la sua posizione in merito allo sciopero generale del 12.

 

Riteniamo che questa data rappresenti una fase della nostra mobilitazione molto importante dal punto di vista politico perché consideriamo fondamentale il ruolo della piazza in quanto momento di “esternazione pubblica” delle nostre istanze.

 

Siamo dell'idea che la nostra collocazione all'interno della piazza debba essere chiara e ben definita per evitare che i movimenti possano essere soggetti ad etichettamenti improbabili e assolutamente non voluti.

 

L' autonomia risulta essere in questo senso la prerogativa di entrambi i movimenti e proprio per ciò è stato molto difficile per gli stessi decidere quale collocazione avere in piazza in occasione di questo sciopero.

 

Come si evince dalla nostra piattaforma politica siamo fortemente critici nei confronti dei provvedimenti in materia universitaria dell'attuale governo (e non solo). Inoltre, la maturità politica del movimento ci ha condotto ad affrontare tematiche che non sono strettamente legate al mondo della scuola e ad incominciare un'analisi a più ampio raggio sulla nostra società.

 

Quanto detto ci porta ad essere molto critici nei confronti della scelta dei sindacati di manifestare in due cortei separati poiché riteniamo che i lavoratori che scenderanno in piazza lo faranno uniti dallo stesso obiettivo cioè quello di dichiarare con forza la loro contrarietà nei confronti delle politiche portate avanti da questo governo (e non solo) in tutti i settori.

 

Ciò è ribadito con forza dal fatto che riteniamo, visto anche le nostre precedenti esperienze di piazza, che si possa all'interno di un unico corteo rimarcare la propria autonomia e le proprie istanze e rivendicazioni.

 

Per i motivi sopra indicati abbiamo deciso di aderire allo sciopero generale in queste modalità:

 

-Partenza da piazza Garibaldi ore 9.30

 

-Proseguiremo con il corteo dei Cobas, Cub, Sdl sino all'altezza dell'incrocio via xx settembre – viale diaz – via roma – viale regina Margherita.

 

A quel punto lo spezzone di Unicamente e Studenti attivi sosterà al centro dell'incrocio dando vita a un sit-in di protesta.

 

-Si attenderà l'arrivo del corteo della Cgil in cui sarà presente una nutrita delegazione dei due coordinamenti

 

-A questo punto avverrà l' UNIONE SIMBOLICA tra i due cortei degli studenti in rappresentanza anche dei lavoratori.

 

-Arrivo in piazza del Carmine in coda al corteo della Cgil

 

-Una piccola delegazione seguirà invece il corteo dei Cobas, Cub, Sdl sino al suo arrivo in piazza Costituzione.

 

Verrà chiesto ai sindacati in entrambe le piazze di poter intervenire al comizio finale.

 

Riteniamo che questa possa essere l' unica forma di adesione alla manifestazione che ci consenta di non essere qualificati come sostenitori di un sindacato e allo stesso tempo di evidenziare con forza la nostra volontà di unire studenti e lavoratori.

Noi vogliamo stare al fianco di tutti i lavoratori aldilà di qualsiasi tessera sindacale.

martedì 9 dicembre 2008

MANIFESTAZIONE 12 DICEMBRE 2008

UNICAMENTE CONTRO LA LEGGE 133 Il coordinamento studentesco universitario “UNICAMENTE CONTRO LA 133” vuole, attraverso questo documento, chiarire la sua posizione in merito allo sciopero generale del 12. Riteniamo che questa data rappresenti una fase della nostra mobilitazione molto importante dal punto di vista politico perché consideriamo fondamentale il ruolo della piazza in quanto momento di “esternazione pubblica” delle nostre istanze. Siamo dell'idea che la nostra collocazione all'interno della piazza debba essere chiara e ben definita per evitare che i movimenti possano essere soggetti ad etichettamenti improbabili e assolutamente non voluti. L' autonomia risulta essere in questo senso la prerogativa di entrambi i movimenti e proprio per ciò è stato molto difficile per gli stessi decidere quale collocazione avere in piazza in occasione di questo sciopero. Come si evince dalla nostra piattaforma politica siamo fortemente critici nei confronti dei provvedimenti in materia universitaria dell'attuale governo (e non solo). Inoltre, la maturità politica del movimento ci ha condotto ad affrontare tematiche che non sono strettamente legate al mondo della scuola e ad incominciare un'analisi a più ampio raggio sulla nostra società. Quanto detto ci porta ad essere molto critici nei confronti della scelta dei sindacati di manifestare in due cortei separati poiché riteniamo che i lavoratori che scenderanno in piazza lo faranno uniti dallo stesso obiettivo cioè quello di dichiarare con forza la loro contrarietà nei confronti delle politiche portate avanti da questo governo (e non solo) in tutti i settori. Ciò è ribadito con forza dal fatto che riteniamo, visto anche le nostre precedenti esperienze di piazza, che si possa all'interno di un unico corteo rimarcare la propria autonomia e le proprie istanze e rivendicazioni. Per i motivi sopra indicati abbiamo deciso di aderire allo sciopero generale in queste modalità: -Partenza da piazza Garibaldi ore 9.30 -Proseguiremo con il corteo dei Cobas, Cub, Sdl sino all'altezza dell'incrocio via xx settembre – viale diaz – via roma – viale regina Margherita. A quel punto lo spezzone di Unicamente e Studenti attivi sosterà al centro dell'incrocio dando vita a un sit-in di protesta. -Si attenderà l'arrivo del corteo della Cgil in cui sarà presente una nutrita delegazione dei due coordinamenti -A questo punto avverrà l' UNIONE SIMBOLICA tra i due cortei degli studenti in rappresentanza anche dei lavoratori. -Arrivo in piazza del Carmine in coda al corteo della Cgil -Una piccola delegazione seguirà invece il corteo dei Cobas, Cub, Sdl sino al suo arrivo in piazza Costituzione. Verrà chiesto ai sindacati in entrambe le piazze di poter intervenire al comizio finale. Riteniamo che questa possa essere l' unica forma di adesione alla manifestazione che ci consenta di non essere qualificati come sostenitori di un sindacato e allo stesso tempo di evidenziare con forza la nostra volontà di unire studenti e lavoratori. Noi vogliamo stare al fianco di tutti i lavoratori aldilà di qualsiasi tessera sindacale.

domenica 7 dicembre 2008

LA CHIESA ATTACCA

L'ufficio dei vescovi, parlando di "crisi profonda", aveva annunciato una mobilitazione Poi interviene anche il Papa: "Inalienabile dell'educazione religiosa dei figli" Scuola cattolica, la Chiesa attacca Il governo annulla subito i tagli Il sottosegretario Vegas: "I fondi verranno ripristinati con un emendamento" Ma a decidere come destinare i soldi dovrà essere il ministero dell'Istruzione CITTA' DEL VATICANO - Non sono servite manifestazioni, sit-in, o lezioni all'aperto. E' bastata la minaccia della mobilitazione delle scuole cattoliche per far cambiare idea al governo nel giro di qualche ora. I fondi per le scuole paritarie "vengono ripristinati", ha assicurato il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas a margine dei lavori della commissione Bilancio del Senato sulla finanziaria. "C'è un emendamento del relatore che ripristina - dice Vegas - il livello originario, vale a dire 120 milioni di euro. Possono stare tranquilli, dormire su quattro cuscini". Nonostante le rassicurazioni, anche il Papa ha fatto sentire la propria voce: "Gli aiuti per l'educazione religiosa dei figli - ha detto Benedetto XVI - sono un diritto inalienabile". La palla, comunque, viene rimbalzata al ministero dell'Istruzione: sui 120 milioni di fondi in arrivo per la scuola sarà il dicastero guidato da MariaStella Gelmini, di concerto con quelli degli Affari regionali e dell'Economia, a valutare successivamente, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge finanziaria, la quota da destinare agli istituti scolastici privati. Lo stabiliscono due diversi emendamenti dei relatori al disegno di legge finanziaria e al bilancio approvati oggi dalla commissione Bilancio del Senato. L'emendamento del senatore Saia (Pdl) al ddl Bilancio stanzia 120 milioni per il 2009 all'istruzione scolastica. La proposta del senatore Pichetto Fratin (Pdl) invece stabilisce che "fermo restando il rispetto delle prerogative regionali in materia di istruzione scolastica, con decreto del ministro dell'Istruzione di concerto con il ministro degli Affari regionali e il ministro dell'Economia, sentita la conferenza stato-regioni, sono stabiliti entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i criteri per la distribuzione alle regioni delle risorse finanziarie occorrenti alla realizzazione delle misure relative al programma di interventi in materia di istruzione". Dal Pd, Maria Pia Garavaglia chiede chiarimenti al governo: "l'annuncio del ripristino dei fondi per le paritarie rappresenta soltanto un segnale, ma, come il governo sa benissimo, la cifra intera e' ancora lontana dall'essere ripristinata e mancano all'appello ancora molti dei milioni che il precedente governo aveva assegnato alle scuole paritarie''. ''Il punto centrale della questione - e' la conclusione della Garavaglia - dovrebbe essere quello di garantire pari diritti agli studenti e alle famiglie. Invece il governo conferma di guardare all'istruzione nient'altro che come a un costo da contenere''. Secondo il senatore del Pd Antonio Rusconi, mancano all'appello ancora 14 milioni di euro per le paritarie. "Tutto questo finirà inevitabilmente per penalizzare non solo le scuole cattoliche ma anche i cittadini e le famiglie delle scuole dell'infanzia che si vedono in difficoltà e sono costretti a ricorrere al portafogli per l'inevitabile aumento delle rette. Come sempre, tante rassicurazioni, tante promesse e scarsi risultati". Positivo il fatto che il governo abbia accolto le richieste della Cei, commenta il capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori Massimo Donadi, "ma ora dovrebbe fare lo stesso per quelle altrettanto legittime che provengono dal mondo della scuola pubblica e della ricerca". Più duro Paolo Ferrero, segretario di Prc: "Mentre il governo ha ignorato, quando non ha represso, le manifestazioni di centinaia di migliaia di giovani studenti, ricercatori e docenti della scuola pubblica, rifiutandosi di cambiare i suoi provvedimenti che massacravano scuola e università e che tagliavano soldi e risorse, è bastata una semplice minaccia di mobilitazione da parte delle scuole cattoliche private per far cambiare idea al governo e nel giro di pochissime ore. Insomma, il Vaticano fischia e Tremonti e il governo ubbidiscono. Siamo alla farsa, se non fossimo alla tragedia, sulla scuola", ha detto. Contro il taglio originario di circa 130 milioni di euro aveva tuonato stamane monsignor Bruno Stenco, direttore dell'Ufficio nazionale della Cei per l'educazione, annunciando che "le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese", contro i tagli previsti dal governo Berlusconi. "Non si tratta di restituzione - aveva lamentato Stenco - a questo punto si è aperta una crisi molto più profonda e le federazioni delle scuole cattoliche presto si mobiliteranno in tutto il Paese". "Qui - aveva detto ancora - si vuole la scuola statale e la scuola commerciale, lo stato e il mercato ma non il privato sociale che rappresentiamo noi e che fa la scuola non per interesse privato, ma per interessi pubblici". "Nel 2000 - aveva spiegato ancora Stenco - la legge sulla parità scolastica ha previsto un contributo di 530 milioni di euro per tutto il sistema delle scuole paritarie, mentre la spesa per la scuola statale è di 50 miliardi. Il contributo, dello'1% per cento, è quindi già irrisorio". "Nel 2004 - ha proseguito - per tre anni consecutivi Tremonti ha tagliato 154 milioni sui 530 di contributo totale, cioè il 33 per cento. La scuola cattolica ha taciuto - ha aggiunto - e li abbiamo recuperati anno per anno con emendamenti, con fatica e con ritardi. Ora, però, il ministro ripete la stessa manovra". "La Chiesa adesso - aveva concluso - deve tirare le sue conseguenze perché senza contributi le scuole dell'infanzia non vanno avanti e di certo rischiano di chiudere". Dopo le parole di Vegas, il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, don Domenico Pompili, ha sfumato i toni della polemica. "I vescovi italiani - ha ricordato - sono preoccupati come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico, per il destino delle scuole pubbliche non statali, tuttavia pur consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo negli impegni che il governo ha assunto pubblicamente". Ma poco dopo arriva la voce del Papa. "Il ventunesimo secolo sta mostrando con sempre maggiore chiarezza la necessità di forgiare la vita personale, familiare e sociale in accordo a quei valori irrinunciabili che esaltano la persona e tutta la comunità", e fra questi rientra "l'adozione di misure a favore dei genitori che li aiutino nel loro diritto inalienabile di educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose, come pure la promozione della gioventù", ha detto Benedetto XVI questa mattina, ricevendo le lettere credenziali del nuovo ambasciatore di Argentina presso la Santa Sede, Juan Pablo Cafiero. (5 dicembre 2008) Fonte: www.repubblica.it

LA CHIESA ATTACCA

L'ufficio dei vescovi, parlando di "crisi profonda", aveva annunciato una mobilitazione

Poi interviene anche il Papa: "Inalienabile dell'educazione religiosa dei figli"

 

Scuola cattolica, la Chiesa attacca
Il governo annulla subito i tagli

 

Il sottosegretario Vegas: "I fondi verranno ripristinati con un emendamento"
Ma a decidere come destinare i soldi dovrà essere il ministero dell'Istruzione


CITTA' DEL VATICANO - Non sono servite manifestazioni, sit-in, o lezioni all'aperto. E' bastata la minaccia della mobilitazione delle scuole cattoliche per far cambiare idea al governo nel giro di qualche ora. I fondi per le scuole paritarie "vengono ripristinati", ha assicurato il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas a margine dei lavori della commissione Bilancio del Senato sulla finanziaria. "C'è un emendamento del relatore che ripristina - dice Vegas - il livello originario, vale a dire 120 milioni di euro. Possono stare tranquilli, dormire su quattro cuscini". Nonostante le rassicurazioni, anche il Papa ha fatto sentire la propria voce: "Gli aiuti per l'educazione religiosa dei figli - ha detto Benedetto XVI - sono un diritto inalienabile".

La palla, comunque, viene rimbalzata al ministero dell'Istruzione: sui 120 milioni di fondi in arrivo per la scuola sarà il dicastero guidato da MariaStella Gelmini, di concerto con quelli degli Affari regionali e dell'Economia, a valutare successivamente, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge finanziaria, la quota da destinare agli istituti scolastici privati. Lo stabiliscono due diversi emendamenti dei relatori al disegno di legge finanziaria e al bilancio approvati oggi dalla commissione Bilancio del Senato. L'emendamento del senatore Saia (Pdl) al ddl Bilancio stanzia 120 milioni per il 2009 all'istruzione scolastica. La proposta del senatore Pichetto Fratin (Pdl) invece stabilisce che "fermo restando il rispetto delle prerogative regionali in materia di istruzione scolastica, con decreto del ministro dell'Istruzione di concerto con il ministro degli Affari regionali e il ministro dell'Economia, sentita la conferenza stato-regioni, sono stabiliti entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i criteri per la distribuzione alle regioni delle risorse finanziarie occorrenti alla realizzazione delle misure relative al programma di interventi in materia di istruzione".

Dal Pd, Maria Pia Garavaglia chiede chiarimenti al governo: "l'annuncio del ripristino dei fondi per le paritarie rappresenta soltanto un segnale, ma, come il governo sa benissimo, la cifra intera e' ancora lontana dall'essere ripristinata e mancano all'appello ancora molti dei milioni che il precedente governo aveva assegnato alle scuole paritarie''. ''Il punto centrale della questione - e' la conclusione della Garavaglia - dovrebbe essere quello di garantire pari diritti agli studenti e alle famiglie. Invece il governo conferma di guardare all'istruzione nient'altro che come a un costo da contenere''.

Secondo il senatore del Pd Antonio Rusconi, mancano all'appello ancora 14 milioni di euro per le paritarie. "Tutto questo finirà inevitabilmente per penalizzare non solo le scuole cattoliche ma anche i cittadini e le famiglie delle scuole dell'infanzia che si vedono in difficoltà e sono costretti a ricorrere al portafogli per l'inevitabile aumento delle rette. Come sempre, tante rassicurazioni, tante promesse e scarsi risultati".

Positivo il fatto che il governo abbia accolto le richieste della Cei, commenta il capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori Massimo Donadi, "ma ora dovrebbe fare lo stesso per quelle altrettanto legittime che provengono dal mondo della scuola pubblica e della ricerca".

Più duro Paolo Ferrero, segretario di Prc: "Mentre il governo ha ignorato, quando non ha represso, le manifestazioni di centinaia di migliaia di giovani studenti, ricercatori e docenti della scuola pubblica, rifiutandosi di cambiare i suoi provvedimenti che massacravano scuola e università e che tagliavano soldi e risorse, è bastata una semplice minaccia di mobilitazione da parte delle scuole cattoliche private per far cambiare idea al governo e nel giro di pochissime ore. Insomma, il Vaticano fischia e Tremonti e il governo ubbidiscono. Siamo alla farsa, se non fossimo alla tragedia, sulla scuola", ha detto.

Contro il taglio originario di circa 130 milioni di euro aveva tuonato stamane monsignor Bruno Stenco, direttore dell'Ufficio nazionale della Cei per l'educazione, annunciando che "le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese", contro i tagli previsti dal governo Berlusconi.

"Non si tratta di restituzione - aveva lamentato Stenco - a questo punto si è aperta una crisi molto più profonda e le federazioni delle scuole cattoliche presto si mobiliteranno in tutto il Paese". "Qui - aveva detto ancora - si vuole la scuola statale e la scuola commerciale, lo stato e il mercato ma non il privato sociale che rappresentiamo noi e che fa la scuola non per interesse privato, ma per interessi pubblici".

"Nel 2000 - aveva spiegato ancora Stenco - la legge sulla parità scolastica ha previsto un contributo di 530 milioni di euro per tutto il sistema delle scuole paritarie, mentre la spesa per la scuola statale è di 50 miliardi. Il contributo, dello'1% per cento, è quindi già irrisorio". "Nel 2004 - ha proseguito - per tre anni consecutivi Tremonti ha tagliato 154 milioni sui 530 di contributo totale, cioè il 33 per cento. La scuola cattolica ha taciuto - ha aggiunto - e li abbiamo recuperati anno per anno con emendamenti, con fatica e con ritardi. Ora, però, il ministro ripete la stessa manovra". "La Chiesa adesso - aveva concluso - deve tirare le sue conseguenze perché senza contributi le scuole dell'infanzia non vanno avanti e di certo rischiano di chiudere".

Dopo le parole di Vegas, il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, don Domenico Pompili, ha sfumato i toni della polemica. "I vescovi italiani - ha ricordato - sono preoccupati come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico, per il destino delle scuole pubbliche non statali, tuttavia pur consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo negli impegni che il governo ha assunto pubblicamente".

Ma poco dopo arriva la voce del Papa. "Il ventunesimo secolo sta mostrando con sempre maggiore chiarezza la necessità di forgiare la vita personale, familiare e sociale in accordo a quei valori irrinunciabili che esaltano la persona e tutta la comunità", e fra questi rientra "l'adozione di misure a favore dei genitori che li aiutino nel loro diritto inalienabile di educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose, come pure la promozione della gioventù", ha detto Benedetto XVI questa mattina, ricevendo le lettere credenziali del nuovo ambasciatore di Argentina presso la Santa Sede, Juan Pablo Cafiero.
(5 dicembre 2008)

Fonte:
www.repubblica.it

martedì 2 dicembre 2008

RIEPILOGO VECCHIO BLOG

2 novembre 2008 Università, il decreto Gelmini approvato al Senato senza l'Udc Image Hosted by ImageShack.us Il provvedimento passa ora all'esame della Camera Pd vota contro, Udc non partecipa al voto. Blocco turn-over per atenei in rosso e nuove regole per l’assunzione di docenti ROMA - Il Senato ha approvato il decreto Gelmini sull'Università. il provvedimento passa ora all'esame della Camera. L'assemblea del Senato ha approvato il provvedimento per alzata di mano. A favore hanno votato Pdl e Lega Nord, contrari Pd e Idv. L'Udc, come aveva preannunciato il senatore Gianpiero D'Alia, non ha partecipato al voto. I PUNTI DELLA RIFORMA - Blocco del turn-over nelle università con i bilanci in rosso, ma parziale deroga per gli atenei virtuosi. Nuove regole per l’assunzione di docenti e ricercatori e ripartizione delle risorse tenendo conto del merito. Ancora, norme «anti-baroni» e strumenti per richiamare in Italia i «cervelli» fuggiti all’estero. L’obiettivo del provvedimento, hanno spiegato il ministro e il relatore del provvedimento, Giuseppe Valditara, può tradursi in due parole: «trasparenza» e «merito». TURN OVER - Blocco delle assunzioni per le università che chiudono i bilanci annuali in rosso. Per gli atenei poco virtuosi, inoltre, esclusione dalla ripartizione dei fondi relativi agli anni 2008-2009. Non solo: le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Spiraglio, e parziale deroga al blocco, per gli atenei che chiudono in pareggio o risparmiano: «possono procedere ad assunzioni di personale nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al cinquanta per cento di quella relativa al personale a tempo indeterminato complessivamente cessato dal servizio nell’anno precedente». Inoltre, tale somma «per una quota non inferiore al 60%» va destinata all’assunzione di nuovi ricercatori. I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over (si tratta di 2.300 ricercatori). Esclusi anche gli enti di ricerca (secondo il ministero, in totale verranno assunti 4.000 ricercatori). CONCORSI - Cambia la prassi concorsuale. Le commissioni che dovranno reclutare docenti sono composte da un ordinario nominato dalla facoltà e da quattro professori sorteggiati sulla base di una lista di 12 docenti, eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando. Un sistema «che ha dei limiti», ha ammesso il ministro Gelmini, ma che serve a «dare un netto segnale di discontinuità rispetto ad una prassi ormai insostenibile». I ricercatori saranno reclutati da commissioni composte da un professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale. La «nuova» commissione sarà operativa anche se, grazie a un emendamento bipartisan approvato in commissione, i termini per la presentazione delle domande ai concorsi già banditi sono stati riaperti. STRETTA SUI «BARONI» - Giro di vite per i «baronati» negli atenei. E’ quanto prevede un pacchetto di emendamenti presentati dal relatore Valditara e approvati in commissione. Per fare carriera e aver diritto a scatti di anzianità, infatti, bisognerà dimostrare di aver effettuato ricerca scientifica (con tanto di pubblicazioni certificate da un’apposita Anagrafe nazionale aggiornata con periodicità annuale del ministero): gli scatti biennali destinati a maturare dal 1 gennaio 2011 «sono disposti previo accertamento da parte della autorità accademica della effettuazione nel biennio precedente di pubblicazioni scientifiche». La mancata effettuazione di pubblicazioni, si legge, «comporta la diminuzione della metà dello scatto biennale» e l’esclusione «dalla ripartizione dei fondi Prin». TRASPARENZA - Bilanci trasparenti e on line per gli atenei. Annualmente, prevede un emendamento approvato in commissione, il rettore presenta al cda e al Senato accademico «una relazione concernente i risultati dell’attività di ricerca» nonchè «i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati». La relazione sarà poi pubblicata sul sito dell’Ateneo. Se il rettore non ottempera ai suoi obblighi, rischia delle penalità nella ripartizione delle risorse. RIENTRO DEI CERVELLI - I «cervelli» italiani fuggiti all’estero dovranno tornare in Italia. Ma non solo: il Bel Paese dovrà tornare a essere «a pieno titolo una delle capitali del sapere nel mondo, aperta ai migliori talenti». Con questo obiettivo nasce una norma introdotta in commissione che permette alle università di procedere alla copertura di posti di professore ordinario e associato o di ricercatore tramite la «chiamata diretta» di studiosi «stabilmente impegnati all’estero» o di «chiara fama». RISORSE - Più soldi per gli atenei virtuosi e per gli studenti meritevoli. Nella ripartizione delle risorse, infatti, sarà considerata la qualità dell’offerta formativa dell’ateneo, così come quella della ricerca scientifica e l’efficienza delle sedi didattica. Con questi criteri, sarà distribuita una quota non inferiore al 7% delle risorse complessive (ma l’obiettivo, ha annunciato il ministro, è arrivare presto al 30%). Le università più virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Più soldi anche per il diritto allo studio: 65 milioni di euro, per il 2009, per la realizzazione e la manutenzione delle residenza universitarie (1700 posti letto in più), mentre il Fondo per le borse di studio verrà incrementato con 135 milioni di euro. «E’ l’incremento di risorse più forte di sempre», ha commentato il ministro. ------------------------------------------------------------------- 25 novembre 2008 Il Gruppo Internet si riunirà Venerdì 28 dalle 14 alle 16. L'incontro si terrà nell'atrio della facoltà, di fronte alle scale interne. Chiunque volesse collaborare è ben gradito! per informazioni rivolgersi in aula 13 o all'indirizzo linguecagliari@gmail.com ------------------------------------------------------------------- 14 novembre 2008 Manifestazione 14 Novembre: l'Onda cresce Image Hosted by ImageShack.us Si è messo in moto il corteo dell'onda: "In piazza siamo in duecentomila" Roma invasa dai manifestanti: quattro cortei, traffico in tilt. Gli slogan: "Noi la crisi non la paghiamo". Epifani: "Chi non c'è sbaglia" IL SOLE 24 ORE- Roma, 14 novembre 2008. Nel giorno dello sciopero generale dell’università e della ricerca sono già in migliaia gli studenti provenienti da tutta Italia che stanno invadendo Roma per partecipare al maxi-corteo contro il governo. Inevitabile il caos del traffico. I cortei saranno almeno quattro: i sindacati partono da piazza Bocca della Verità a piazza Navona, gli studenti da piazza della Repubblica a piazza Montecitorio, sede della Camera, che minacciano di voler “simbolicamente assediare”. A piazza della Repubblica gli studenti arriveranno dall’università La Sapienza, dall'università Roma Tre e da piazza Barberini: alla Sapienza si stanno raccogliendo anche molti universitari giunti da altre città. I NUMERI: SIAMO DUECENTOMILA Più che un’Onda è una marea. Sono duecentomila secondo gli organizzatori, i giovani universitari in corteo dall’universtità de ‘La Sapienza verso il centro di Roma. Poche bandiere e striscioni, molti slogan (tra cui la parola d’ordine dell’Onda ‘noi la crisi con la paghiamo’) caratterizzano questa manifestazione di protesta contro la riforma degli atenei. Discreta la presenza delle forze dell’ordine: due blindati e una ventina di uomini in divisa precedono il corteo che ha ormai raggiunto via Cavour. Gli universitari che si erano concentrati alla ‘Sapienza hanno incontrato a piazza della Repubblica un’altra numerosissima manifestazione composta da studenti medi e da delegazioni di universitari provenienti soprattutto da Bologna e Milano. Cortei studenteschi anche in altre città italiane: in 7.000 hanno sfilato a Bari, poche centinaia a Messina e a Palermo. GLI SLOGAN Oltre agli studenti della Capitale, sono arrivate delegazioni provenienti da tutta Italia tra cui spiccano quelli delle Marche, della Sardegna di Torino, di Genova e di Bologna e Firenze. Lo slogan è il solito di questa ondata di protesta: "Noi la crisi non la paghiamo". E ancora: "Se la legge non cambierà rapiremo la Carrà". Gli striscioni recitano: "Contro tagli e precariato sciopero generale continuato" e "L’Onda non si arresta il sapere non si aquista" (così come scritto senza la ‘c’, ndr). Gli universitari protestano contro gli articoli 16 e 66 della legge 133, che introducono il blocco del turn-over della docenza, tagli ai finanziamenti statali agli atenei e la possibilità per le università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato. L'unione degli universitari spiega la protesta in una nota: "Non ci ha accontentato il decreto legislativo emanato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 6 novembre, che non è altro che un provvedimento di facciata che non risponde in alcun modo alle richieste che non sono più proprie solo del mondo accademico, ma anche della società civile tutta”. E quindi, di conseguenza, "le proteste degli studenti per ottenere un’università migliore proseguiranno sino a che non si otterrà l’abrogazione degli articoli 16 e 66 della legge 133, perché nessuna riforma dell’Università sarà possibile fintanto che continueranno a persistere i provvedimenti in essa contenuti che determinano il precipitare in un baratro del sistema di formazione superiore pubblico”. EPIFANI: CHI NON C'E' SBAGLIA Parallelamente si è svolto il corteo dei lavoratori dell’Università e della ricerca promosso da Cgil e Uil.100.000 i presenti secondo gli organizzatori. Polemico il leader Cgil Epifani sullo strappo della Cisl: "Quella di oggi è una grande manifestazione: chi non c’è sbaglia". Secondo Epifani, ogni volta che provano a isolare il sindacato "gli va male: però persistono - ha aggiunto - e perseverare è diabolico". “Noi chiediamo una vera riforma dell’università e della ricerca e non vogliamo difendere quello che c’è ma non si può pensare di contrabbandare per riforma una politica di soli tagli, che lascerebbe intatti privilegi e storture con una vera riforma". A Bonanni e Angeletti Epifani sta preparando delle lettere: "Chi dice le bugie ha le gambe corte", ha concluso. ------------------------------------------------------------------- 8 novembre 2008 Rassegna Stampa Università, nessun ricorso LA STAMPA Flavia Amabile Il giorno dopo il via libera da parte del governo al decreto legge sull’Università voluto dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definisce «positivo» il provvedimento che rappresenta un primo segnale «concreto di apertura» del governo alle ragioni di chi protesta, un segnale da rafforzare attraverso un «ragionevole confronto tra forze sociali, culturali e politiche in vista di un limpido sforzo comune». «La questione - ha precisato Napolitano - non è solo quella delle risorse da allocare sul bilancio dello Stato e non è solo quantitativa». E dunque il capo dello Stato lascia capire a chi vorrebbe tener stretti i cordoni della borsa che in alcuni settori tagliare non è una scelta produttiva.Parole che arrivano mentre al ministero della Pubblica Istruzione è in atto una corsa contro il tempo per mettere a punto la versione definitiva del testo del decreto che ancora aveva bisogno degli ultimi aggiustamenti. Da un lato si doveva inserire il compromesso raggiunto sul meccanismo di formazione delle commissioni d’esame dei concorsi, dall’altro per recepire i richiami del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che voleva capire fino a che punto era garantita la copertura delle assunzioni per i precari.Due gatte da pelare finite oggi sul tavolo del capo di gabinetto del ministero dell'Istruzione che hanno ritardato un po' i tempi di stesura della versione definitiva del testo ma che non dovrebbero pregiudicare la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di lunedì, giorno di scadenza delle domande per i concorsi già banditi. Si dovrebbe insomma riuscire a evitare di far arenare le nuove norme sotto una pioggia di ricorsi.Per tutta la giornata infatti dal ministero sono partite telefonate ai rettorati di tutt’Italia per spiegare che cosa stava accadendo e per stringere una sorta di patto d’onore. Accordo che i rettori non hanno avuto difficoltà a sottoscrivere visto che due giorni prima sul regolamento delle commissioni per i concorsi il governo aveva accolto le loro richieste. E dunque hanno promesso: nessun ricorso.Il nodo delle commissioni dei concorsi rappresenta un punto dolente del decreto. Anche Valentina Aprea, presidente della commissione Istruzione della Camera che si dice soddisfatta della riforma che sul meccanismo di formazione delle commissioni di concorso rappresenta «un primo forte segnale verso il mondo dell’università che non ci si rassegna a subire», non esclude che alla fine della discussione sul disegno di legge non si possa arrivare «ad una soluzione ancora più coraggiosa e trasparente per quel che riguarda le commissioni dei concorsi».A questo punto non resta che aspettare la pubblicazione del decreto che ieri ha incassato il via libera degli enti di ricerca e anche in parte del Pd. Perché se c’è Pierluigi Mantini che giudica positive le norme approvate due giorni fa, c’è Rosa Calipari che sottolinea come «il Sud sia il bancomat del governo», riferendosi alla copertura reperita in parte attraverso il Fas, il fondo per le aree sottoutilizzate. E c’è Stefano Ceccanti che lamenta come «ancora una volta il consiglio dei ministri licenzi un testo che non è completo». Molto critico Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: «allentare il blocco del turn-over non avrà effetti concreti perché sono esclusi gli atenei che hanno una spesa di personale che supera il 90% del finanziamento per cui il blocco è totale. La modifica delle regole dei concorsi tocca in minima parte il nodo del problema dei concorsi. E anche finanziare gli atenei migliori serve a poco visto che tra i criteri della distribuzione c’è la sopressione dei corsi e la riduzione delle sedi premiando chi ha inutilmente moltiplicato l’offerta». ------------------------------------------------------------------- Universita': Onda Anomala, Autoriforma e No Alla Gelmini (AGI) - Roma, 8 nov. - Non attecchisce la 'riforma Gelmini', la 133 non piace e va ritirata ed intanto e' partito il processo di 'autoriforma dal basso' dell'universita': il prossimo week-end a Roma sara' l'Assemblea Nazionale degli atenei a completarla con la stesura di un 'manifesto' come piattaforma rivendicativa. Cosi' Luca Cafagna del movimento 'apartitico', 'asindacale' ma 'antifascista' dell'Onda Anomala parla del prossimo 'summit' degli studenti - l'Assemblea Nazionale - in programma a Roma il 15 e 16 novembre. "La riunione di Firenze e' un primo momento di discussione interna - precisa Cafagna della Facolta' di Scienze Politiche alla 'Sapienza' di Roma - ma l'appuntamento clou e' il 15 e 16 prossimi quando decine e decine di atenei definiranno il 'Manifesto' quale piattaforma rivendicativa del movimento". Non ci sono fratture o rotture interne al movimento. "Assolutamente: a Firenze oggi c'e' stato un primo momento di discussione - nota ancora Cafagna - cosi' come stiamo facendo qui a Roma". Insomma, il movimento si sta preparando per il 15 e 16 novembre, quando a Roma arriveranno a migliaia e intanto la 'riforma Gelmini' con le sua aperture non attecchisce. "Qualcosa di nuovo c'e', come le borse di studio, ma questo non esaurisce la questione che e' il ritiro della 133 e del decreto 137 - osserva Cafagna - sono due leggi che distruggono il sistema universitario". Perche' la protesta non sia fine a se stessa, il movimento prepara le sue proposte di autoriforma dal basso, la piattaforma rivendicativa. "Uno dei punti centrali dell'autoriforma dal basso - evidenzia Cafagna - e' l'autonomia degli atenei e degli studenti nel loro percorso formativo e poi il legame formazione-mondo del lavoro e il reddito con la riforma del welfare per i precari. Su questa traccia si articolera' il dibattito del prossimo week-end per definire la piattaforma rivendicativa - conclude - da comporre in un apposito 'Manifesto' o documento". ------------------------------------------------------------------- 6 novembre 2008 UNIVERSITA': ECCO COSA PREVEDE IL DECRETO GELMINI (SCHEDA) (ASCA) - Roma, 6 nov - Dalla trasparenza nei concorsi allo sblocco del turn over per i ricercatori. Questi i punti salienti del decreto Gelmini sull'Universita' varato oggi dal Consiglio dei Ministri: ''Un provvedimento piccolo - come affermato dallo stesso ministro - di tre articoli e un quarto di copertura''. TRASPARENZA NEI CONCORSI. Sara' eletto un pool molto ampio di professori all'interno del quale poi saranno estratti a sorte coloro che faranno parte della commissione che giudichera'. Si evita cosi' il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi e si incoraggia un piu' ampio numero di candidati a partecipare. Mentre prima la commissione era formata da 1 membro interno e 4 membri eletti. CON BILANCI IN ROSSO NIENTE ASSUNZIONI. La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune universita' (soprattutto nel rapporto entrate-uscite). Da oggi le universita' con bilanci in perdita non potranno bandire concorsi per docenti o personale amministrativo. DA 2009 TREMILA POSTI IN PIU' PER I RICERCATORI. Stanziati 150 milioni di euro per favorire il turn-over. Obiettivo: favorire l'assunzione di giovani e diminuire l'eta' media dei docenti italiani. Incentivi alle universita', dunque, per favorire il pensionamento e l'assunzione di giovani docenti.Le universita' infatti potranno anche decidere di fare entrare solo giovani ricercatori arrivando quindi a 2 giovani ricercatori per ogni docente in pensione. Almeno il 60% delle assunzioni devono essere destinate ai nuovi ricercatori e le universita' che rinunceranno a trattenere i docenti oltre i 70 anni di eta' possono raddoppiare il numero dei posti per ricercatori. 500 MILIONI DI EURO SOLO ALLE UNIVERSITA' MIGLIORI. 500 milioni di euro (cioe' il 5% del Fondo del Finanziamento Ordinario) saranno distribuiti alle universita' migliori: quelle con produzione scientifica migliore, l'organizzazione e la qualita' didattica migliori. Le universita' piu' virtuose saranno individuate attraverso i parametri di valutazione Civr, Cnvsu e modelli internazionali. FINANZIAMENTI A CHI ELIMINA CORSI E SEDI DISTACCATE INUTILI. Saranno premiate con piu' finanziamenti, trasferiti direttamente dal ministero, le universita' che ridurranno sedi distaccate non funzionali e corsi di laurea in eccesso rispetto alle reali esigenze formative degli studenti e alle richieste del mondo del lavoro. ENTI DI RICERCA ESCLUSI DA BLOCCO ASSUNZIONI. Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che e' entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche. CONCORSI RICERCATORE GIA' BANDITI FUORI DA TURN OVER. I bandi di concorso per posti da ricercatore gia' banditi sono esclusi dal turn over. 2300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn-over. BORSE STUDIO PER 135 MLN EURO A 180MILA RAGAZZI MERITEVOLI. Per la prima volta in Italia tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio.L'incremento di 135 milioni di euro sara' destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici.180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l'esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto gia' oggi. 65 MILIONI PER NUOVE RESIDENZE UNIVERSITARIE. 1700 posti letto in piu' per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie. ------------------------------------------------------------------- Roma, 6 nov. (Adnkronos/Ign) "Voglio subito precisare che non ci sarà nessun blocco per i concorsi universitari già banditi". Ad assicurarlo è stato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini (nella foto) a Palazzo Chigi, spiegando che il decreto approvato oggi dal Cdm prevede lo sblocco del turn over per gli enti di ricerca. Ha poi voluto spiegare che ''il provvedimento interviene in via transitoria su concorsi per ricercatori e professori. Abbiamo pensato a questo meccanismo, perché vogliamo introdurre un forte segno di discontinuità: al posto di cinque persone ne eleggeremo dodici e dentro a queste ne sorteggeremo quattro''. Secondo il ministro, è un ''elemento di assoluta trasparenza anche rispettoso dell'università: i concorsi non saranno posticipati di molto ed entro la fine di gennaio le commissioni saranno composte con le nuove modalità. Non c'è nessun blocco e nessun rinvio sine die. Si tratta -precisa- solo di un leggero spostamento di qualche settimana per consentire la formazione della commissione con il nuovo metodo''. Gelmini snocciola poi alcuni dati: sono 1.800 i concorsi per 3.700 idoneità da professore e 320 i posti da ricercatore.Il ministro dell'Istruzione ha voluto precisare che oggi "il Cdm ha varato le linee guida per l'università e ha approvato anche un decreto legge. Le linee guida, precisa, rappresentano "un documento programmatico che offriamo al dibattito con il mondo accademico, ma che sarà oggetto di discussione anche in Parlamento nelle Commissioni e inAula". Il decreto consta invece di "tre articoli" più "un quarto relativo solo a una norma di copertura". "Si tratta di un provvedimento piccolo che, ribadisco -dice il ministro-, non vuole essere e non è la riforma dell'università, ma prevede semplicemente una serie di misure urgenti sul diritto allo studio, sulla valorizzazione del merito e sul ricambio generazionale negli atenei e anche sulla riqualificazione della spesa".Per quanto riguarda il capitolo 'fondi', il ministro Gelmini ha annunciato che "cinquecento milioni di euro saranno assegnati agli atenei più virtuosi", mentre il decreto legge del Consiglio dei ministri prevede anche lo stanziamento di "135 milioni di euro per borse di studio a favore di 180 mila ragazzi più meritevoli". "E' la prima volta -conclude il ministro- che il Paese riesce a coprire tutte le necessità e a garantire tutti gli aventi diritto" mentre di solito "venivano esclusi circa 40 mila ragazzi" meritevoli. ------------------------------------------------------------------- Calendario lezioni in piazza FUORI LE LINGUE! La Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Cagliari organizza un ciclo di lezioni all'aperto presso la "terrazza" del Bastione di Saint Remy, dalle ore 9.00 alle ore 13.00: *MERCOLEDì 5 NOVEMBRE 2008: Massimo Arcangeli - "Dai comizi di piazza all'agorà televisiva: il linguaggio della politica fra Prima e Seconda Repubblica". Nicoletta Dacrema - "La prosa silenziosa del primo Rilke". Françoise Bayle - "La lingua fattore di unione e identità". OSPITE DEL GIORNO: Flavio Soriga (scrittore) - "Pubblico Delirio". *GIOVEDì 6 NOVEMBRE 2008: Mauro Pala - "Baroni, pantere e dintorni e Letteratura Critica sulle Riforme Universitarie". Maria Gabriella Da re - "Riflessioni sui razzismi". Paola Boi - "Emancipation without freedom: le lotte per la democrazia in America". OSPITE DEL GIORNO: Nicola Lecca (scrittore) - "Valore e potere dell'individualità". *VENERDì 7 NOVEMBRE 2008: Ore 9:30 – Manifestazione degli studenti Universitari da Piazza del Carmine. Ore 16:00 – "Cultura e Università: orientamenti e linee di sviluppo", conferenza con la partecipazione di Marino Sinibaldi (giornalista e critico letterario). *LUNEDì 10 NOVEMBRE 2008: Giovanna Caltagirone - "Sardegna 1932. Un'altra isola. Vittorini, dal Viaggio in Sardegna a Sardegna come un'infanzia". Simonetta Salvestroni - "Cinema di Kubrick e contraddizioni del presente". Stephen John Buckledee - "L'umorismo nella lingua inglese". Maria Dolores Garcia Sanchez - "Le ragioni del poeta" OSPITE DEL GIORNO: Giorgio Todde – “Paesaggio e Identità”. *MARTEDì 11 NOVEMBRE 2008 Ornella Gabbrielli - “Mari del vecchio e del nuovo mondo: Mediterraneo e Caribe”. . Abdul Karim Dahmash - "Il linguaggio della letteratura tra Europa e mondo arabo". Riccardo Badini - "Rinascita indigena d'America e modernità". Francesco Asole - "Teatro e Società" Marco Pignotti – Grandi discorsi dei "grandi" dittatori in lingua originale *MERCOLEDì 12 NOVEMBRE 2008: Marinella Lorinczi - "Sulla competenza linguistica". Filippo Zerilli - "Gomorra: considerazioni sul metodo etnografico". Antonietta Marra - "Diritti linguistici e plurilinguismo" Giannarita Mele - "Gli anni di Kennedy e Chruschev". Daniela Virdis - "Lo stile conversazionale di Bree in Desperate Housewives". *GIOVEDì 13 NOVEMBRE 2008: Gabriel Andres Renales - "Información y manipulación informativa: El Mundo (Julio Fuentes) / Corriere della Sera (M.Grazia Cutulli)" Maurizio Trifone – "Parole dialettali e parole straniere nell'italiano di oggi" Angelo Deidda - "Il sapere (inutile) : la letteratura e il post-moderno" Ignazio Efisio Putzu e prof.ssa Nicoletta Puddu - "Linguistica e Genetica". Albert Abi Aad - “Lingua e potere: l’esempio dell’arabo”. Esposizione Lettera di Pietra per il ministero dell'Istruzione dello scultore Gigi Porceddu. Venite, venite e venite! Vogliamo tantissima gente! Che Nettuno sia con noi Per informazioni di qualsiasi tipo: linguecagliari@gmail.com