martedì 2 dicembre 2008

RIEPILOGO VECCHIO BLOG

2 novembre 2008 Università, il decreto Gelmini approvato al Senato senza l'Udc Image Hosted by ImageShack.us Il provvedimento passa ora all'esame della Camera Pd vota contro, Udc non partecipa al voto. Blocco turn-over per atenei in rosso e nuove regole per l’assunzione di docenti ROMA - Il Senato ha approvato il decreto Gelmini sull'Università. il provvedimento passa ora all'esame della Camera. L'assemblea del Senato ha approvato il provvedimento per alzata di mano. A favore hanno votato Pdl e Lega Nord, contrari Pd e Idv. L'Udc, come aveva preannunciato il senatore Gianpiero D'Alia, non ha partecipato al voto. I PUNTI DELLA RIFORMA - Blocco del turn-over nelle università con i bilanci in rosso, ma parziale deroga per gli atenei virtuosi. Nuove regole per l’assunzione di docenti e ricercatori e ripartizione delle risorse tenendo conto del merito. Ancora, norme «anti-baroni» e strumenti per richiamare in Italia i «cervelli» fuggiti all’estero. L’obiettivo del provvedimento, hanno spiegato il ministro e il relatore del provvedimento, Giuseppe Valditara, può tradursi in due parole: «trasparenza» e «merito». TURN OVER - Blocco delle assunzioni per le università che chiudono i bilanci annuali in rosso. Per gli atenei poco virtuosi, inoltre, esclusione dalla ripartizione dei fondi relativi agli anni 2008-2009. Non solo: le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Spiraglio, e parziale deroga al blocco, per gli atenei che chiudono in pareggio o risparmiano: «possono procedere ad assunzioni di personale nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al cinquanta per cento di quella relativa al personale a tempo indeterminato complessivamente cessato dal servizio nell’anno precedente». Inoltre, tale somma «per una quota non inferiore al 60%» va destinata all’assunzione di nuovi ricercatori. I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over (si tratta di 2.300 ricercatori). Esclusi anche gli enti di ricerca (secondo il ministero, in totale verranno assunti 4.000 ricercatori). CONCORSI - Cambia la prassi concorsuale. Le commissioni che dovranno reclutare docenti sono composte da un ordinario nominato dalla facoltà e da quattro professori sorteggiati sulla base di una lista di 12 docenti, eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando. Un sistema «che ha dei limiti», ha ammesso il ministro Gelmini, ma che serve a «dare un netto segnale di discontinuità rispetto ad una prassi ormai insostenibile». I ricercatori saranno reclutati da commissioni composte da un professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale. La «nuova» commissione sarà operativa anche se, grazie a un emendamento bipartisan approvato in commissione, i termini per la presentazione delle domande ai concorsi già banditi sono stati riaperti. STRETTA SUI «BARONI» - Giro di vite per i «baronati» negli atenei. E’ quanto prevede un pacchetto di emendamenti presentati dal relatore Valditara e approvati in commissione. Per fare carriera e aver diritto a scatti di anzianità, infatti, bisognerà dimostrare di aver effettuato ricerca scientifica (con tanto di pubblicazioni certificate da un’apposita Anagrafe nazionale aggiornata con periodicità annuale del ministero): gli scatti biennali destinati a maturare dal 1 gennaio 2011 «sono disposti previo accertamento da parte della autorità accademica della effettuazione nel biennio precedente di pubblicazioni scientifiche». La mancata effettuazione di pubblicazioni, si legge, «comporta la diminuzione della metà dello scatto biennale» e l’esclusione «dalla ripartizione dei fondi Prin». TRASPARENZA - Bilanci trasparenti e on line per gli atenei. Annualmente, prevede un emendamento approvato in commissione, il rettore presenta al cda e al Senato accademico «una relazione concernente i risultati dell’attività di ricerca» nonchè «i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati». La relazione sarà poi pubblicata sul sito dell’Ateneo. Se il rettore non ottempera ai suoi obblighi, rischia delle penalità nella ripartizione delle risorse. RIENTRO DEI CERVELLI - I «cervelli» italiani fuggiti all’estero dovranno tornare in Italia. Ma non solo: il Bel Paese dovrà tornare a essere «a pieno titolo una delle capitali del sapere nel mondo, aperta ai migliori talenti». Con questo obiettivo nasce una norma introdotta in commissione che permette alle università di procedere alla copertura di posti di professore ordinario e associato o di ricercatore tramite la «chiamata diretta» di studiosi «stabilmente impegnati all’estero» o di «chiara fama». RISORSE - Più soldi per gli atenei virtuosi e per gli studenti meritevoli. Nella ripartizione delle risorse, infatti, sarà considerata la qualità dell’offerta formativa dell’ateneo, così come quella della ricerca scientifica e l’efficienza delle sedi didattica. Con questi criteri, sarà distribuita una quota non inferiore al 7% delle risorse complessive (ma l’obiettivo, ha annunciato il ministro, è arrivare presto al 30%). Le università più virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Più soldi anche per il diritto allo studio: 65 milioni di euro, per il 2009, per la realizzazione e la manutenzione delle residenza universitarie (1700 posti letto in più), mentre il Fondo per le borse di studio verrà incrementato con 135 milioni di euro. «E’ l’incremento di risorse più forte di sempre», ha commentato il ministro. ------------------------------------------------------------------- 25 novembre 2008 Il Gruppo Internet si riunirà Venerdì 28 dalle 14 alle 16. L'incontro si terrà nell'atrio della facoltà, di fronte alle scale interne. Chiunque volesse collaborare è ben gradito! per informazioni rivolgersi in aula 13 o all'indirizzo linguecagliari@gmail.com ------------------------------------------------------------------- 14 novembre 2008 Manifestazione 14 Novembre: l'Onda cresce Image Hosted by ImageShack.us Si è messo in moto il corteo dell'onda: "In piazza siamo in duecentomila" Roma invasa dai manifestanti: quattro cortei, traffico in tilt. Gli slogan: "Noi la crisi non la paghiamo". Epifani: "Chi non c'è sbaglia" IL SOLE 24 ORE- Roma, 14 novembre 2008. Nel giorno dello sciopero generale dell’università e della ricerca sono già in migliaia gli studenti provenienti da tutta Italia che stanno invadendo Roma per partecipare al maxi-corteo contro il governo. Inevitabile il caos del traffico. I cortei saranno almeno quattro: i sindacati partono da piazza Bocca della Verità a piazza Navona, gli studenti da piazza della Repubblica a piazza Montecitorio, sede della Camera, che minacciano di voler “simbolicamente assediare”. A piazza della Repubblica gli studenti arriveranno dall’università La Sapienza, dall'università Roma Tre e da piazza Barberini: alla Sapienza si stanno raccogliendo anche molti universitari giunti da altre città. I NUMERI: SIAMO DUECENTOMILA Più che un’Onda è una marea. Sono duecentomila secondo gli organizzatori, i giovani universitari in corteo dall’universtità de ‘La Sapienza verso il centro di Roma. Poche bandiere e striscioni, molti slogan (tra cui la parola d’ordine dell’Onda ‘noi la crisi con la paghiamo’) caratterizzano questa manifestazione di protesta contro la riforma degli atenei. Discreta la presenza delle forze dell’ordine: due blindati e una ventina di uomini in divisa precedono il corteo che ha ormai raggiunto via Cavour. Gli universitari che si erano concentrati alla ‘Sapienza hanno incontrato a piazza della Repubblica un’altra numerosissima manifestazione composta da studenti medi e da delegazioni di universitari provenienti soprattutto da Bologna e Milano. Cortei studenteschi anche in altre città italiane: in 7.000 hanno sfilato a Bari, poche centinaia a Messina e a Palermo. GLI SLOGAN Oltre agli studenti della Capitale, sono arrivate delegazioni provenienti da tutta Italia tra cui spiccano quelli delle Marche, della Sardegna di Torino, di Genova e di Bologna e Firenze. Lo slogan è il solito di questa ondata di protesta: "Noi la crisi non la paghiamo". E ancora: "Se la legge non cambierà rapiremo la Carrà". Gli striscioni recitano: "Contro tagli e precariato sciopero generale continuato" e "L’Onda non si arresta il sapere non si aquista" (così come scritto senza la ‘c’, ndr). Gli universitari protestano contro gli articoli 16 e 66 della legge 133, che introducono il blocco del turn-over della docenza, tagli ai finanziamenti statali agli atenei e la possibilità per le università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato. L'unione degli universitari spiega la protesta in una nota: "Non ci ha accontentato il decreto legislativo emanato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 6 novembre, che non è altro che un provvedimento di facciata che non risponde in alcun modo alle richieste che non sono più proprie solo del mondo accademico, ma anche della società civile tutta”. E quindi, di conseguenza, "le proteste degli studenti per ottenere un’università migliore proseguiranno sino a che non si otterrà l’abrogazione degli articoli 16 e 66 della legge 133, perché nessuna riforma dell’Università sarà possibile fintanto che continueranno a persistere i provvedimenti in essa contenuti che determinano il precipitare in un baratro del sistema di formazione superiore pubblico”. EPIFANI: CHI NON C'E' SBAGLIA Parallelamente si è svolto il corteo dei lavoratori dell’Università e della ricerca promosso da Cgil e Uil.100.000 i presenti secondo gli organizzatori. Polemico il leader Cgil Epifani sullo strappo della Cisl: "Quella di oggi è una grande manifestazione: chi non c’è sbaglia". Secondo Epifani, ogni volta che provano a isolare il sindacato "gli va male: però persistono - ha aggiunto - e perseverare è diabolico". “Noi chiediamo una vera riforma dell’università e della ricerca e non vogliamo difendere quello che c’è ma non si può pensare di contrabbandare per riforma una politica di soli tagli, che lascerebbe intatti privilegi e storture con una vera riforma". A Bonanni e Angeletti Epifani sta preparando delle lettere: "Chi dice le bugie ha le gambe corte", ha concluso. ------------------------------------------------------------------- 8 novembre 2008 Rassegna Stampa Università, nessun ricorso LA STAMPA Flavia Amabile Il giorno dopo il via libera da parte del governo al decreto legge sull’Università voluto dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definisce «positivo» il provvedimento che rappresenta un primo segnale «concreto di apertura» del governo alle ragioni di chi protesta, un segnale da rafforzare attraverso un «ragionevole confronto tra forze sociali, culturali e politiche in vista di un limpido sforzo comune». «La questione - ha precisato Napolitano - non è solo quella delle risorse da allocare sul bilancio dello Stato e non è solo quantitativa». E dunque il capo dello Stato lascia capire a chi vorrebbe tener stretti i cordoni della borsa che in alcuni settori tagliare non è una scelta produttiva.Parole che arrivano mentre al ministero della Pubblica Istruzione è in atto una corsa contro il tempo per mettere a punto la versione definitiva del testo del decreto che ancora aveva bisogno degli ultimi aggiustamenti. Da un lato si doveva inserire il compromesso raggiunto sul meccanismo di formazione delle commissioni d’esame dei concorsi, dall’altro per recepire i richiami del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che voleva capire fino a che punto era garantita la copertura delle assunzioni per i precari.Due gatte da pelare finite oggi sul tavolo del capo di gabinetto del ministero dell'Istruzione che hanno ritardato un po' i tempi di stesura della versione definitiva del testo ma che non dovrebbero pregiudicare la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di lunedì, giorno di scadenza delle domande per i concorsi già banditi. Si dovrebbe insomma riuscire a evitare di far arenare le nuove norme sotto una pioggia di ricorsi.Per tutta la giornata infatti dal ministero sono partite telefonate ai rettorati di tutt’Italia per spiegare che cosa stava accadendo e per stringere una sorta di patto d’onore. Accordo che i rettori non hanno avuto difficoltà a sottoscrivere visto che due giorni prima sul regolamento delle commissioni per i concorsi il governo aveva accolto le loro richieste. E dunque hanno promesso: nessun ricorso.Il nodo delle commissioni dei concorsi rappresenta un punto dolente del decreto. Anche Valentina Aprea, presidente della commissione Istruzione della Camera che si dice soddisfatta della riforma che sul meccanismo di formazione delle commissioni di concorso rappresenta «un primo forte segnale verso il mondo dell’università che non ci si rassegna a subire», non esclude che alla fine della discussione sul disegno di legge non si possa arrivare «ad una soluzione ancora più coraggiosa e trasparente per quel che riguarda le commissioni dei concorsi».A questo punto non resta che aspettare la pubblicazione del decreto che ieri ha incassato il via libera degli enti di ricerca e anche in parte del Pd. Perché se c’è Pierluigi Mantini che giudica positive le norme approvate due giorni fa, c’è Rosa Calipari che sottolinea come «il Sud sia il bancomat del governo», riferendosi alla copertura reperita in parte attraverso il Fas, il fondo per le aree sottoutilizzate. E c’è Stefano Ceccanti che lamenta come «ancora una volta il consiglio dei ministri licenzi un testo che non è completo». Molto critico Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil: «allentare il blocco del turn-over non avrà effetti concreti perché sono esclusi gli atenei che hanno una spesa di personale che supera il 90% del finanziamento per cui il blocco è totale. La modifica delle regole dei concorsi tocca in minima parte il nodo del problema dei concorsi. E anche finanziare gli atenei migliori serve a poco visto che tra i criteri della distribuzione c’è la sopressione dei corsi e la riduzione delle sedi premiando chi ha inutilmente moltiplicato l’offerta». ------------------------------------------------------------------- Universita': Onda Anomala, Autoriforma e No Alla Gelmini (AGI) - Roma, 8 nov. - Non attecchisce la 'riforma Gelmini', la 133 non piace e va ritirata ed intanto e' partito il processo di 'autoriforma dal basso' dell'universita': il prossimo week-end a Roma sara' l'Assemblea Nazionale degli atenei a completarla con la stesura di un 'manifesto' come piattaforma rivendicativa. Cosi' Luca Cafagna del movimento 'apartitico', 'asindacale' ma 'antifascista' dell'Onda Anomala parla del prossimo 'summit' degli studenti - l'Assemblea Nazionale - in programma a Roma il 15 e 16 novembre. "La riunione di Firenze e' un primo momento di discussione interna - precisa Cafagna della Facolta' di Scienze Politiche alla 'Sapienza' di Roma - ma l'appuntamento clou e' il 15 e 16 prossimi quando decine e decine di atenei definiranno il 'Manifesto' quale piattaforma rivendicativa del movimento". Non ci sono fratture o rotture interne al movimento. "Assolutamente: a Firenze oggi c'e' stato un primo momento di discussione - nota ancora Cafagna - cosi' come stiamo facendo qui a Roma". Insomma, il movimento si sta preparando per il 15 e 16 novembre, quando a Roma arriveranno a migliaia e intanto la 'riforma Gelmini' con le sua aperture non attecchisce. "Qualcosa di nuovo c'e', come le borse di studio, ma questo non esaurisce la questione che e' il ritiro della 133 e del decreto 137 - osserva Cafagna - sono due leggi che distruggono il sistema universitario". Perche' la protesta non sia fine a se stessa, il movimento prepara le sue proposte di autoriforma dal basso, la piattaforma rivendicativa. "Uno dei punti centrali dell'autoriforma dal basso - evidenzia Cafagna - e' l'autonomia degli atenei e degli studenti nel loro percorso formativo e poi il legame formazione-mondo del lavoro e il reddito con la riforma del welfare per i precari. Su questa traccia si articolera' il dibattito del prossimo week-end per definire la piattaforma rivendicativa - conclude - da comporre in un apposito 'Manifesto' o documento". ------------------------------------------------------------------- 6 novembre 2008 UNIVERSITA': ECCO COSA PREVEDE IL DECRETO GELMINI (SCHEDA) (ASCA) - Roma, 6 nov - Dalla trasparenza nei concorsi allo sblocco del turn over per i ricercatori. Questi i punti salienti del decreto Gelmini sull'Universita' varato oggi dal Consiglio dei Ministri: ''Un provvedimento piccolo - come affermato dallo stesso ministro - di tre articoli e un quarto di copertura''. TRASPARENZA NEI CONCORSI. Sara' eletto un pool molto ampio di professori all'interno del quale poi saranno estratti a sorte coloro che faranno parte della commissione che giudichera'. Si evita cosi' il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi e si incoraggia un piu' ampio numero di candidati a partecipare. Mentre prima la commissione era formata da 1 membro interno e 4 membri eletti. CON BILANCI IN ROSSO NIENTE ASSUNZIONI. La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune universita' (soprattutto nel rapporto entrate-uscite). Da oggi le universita' con bilanci in perdita non potranno bandire concorsi per docenti o personale amministrativo. DA 2009 TREMILA POSTI IN PIU' PER I RICERCATORI. Stanziati 150 milioni di euro per favorire il turn-over. Obiettivo: favorire l'assunzione di giovani e diminuire l'eta' media dei docenti italiani. Incentivi alle universita', dunque, per favorire il pensionamento e l'assunzione di giovani docenti.Le universita' infatti potranno anche decidere di fare entrare solo giovani ricercatori arrivando quindi a 2 giovani ricercatori per ogni docente in pensione. Almeno il 60% delle assunzioni devono essere destinate ai nuovi ricercatori e le universita' che rinunceranno a trattenere i docenti oltre i 70 anni di eta' possono raddoppiare il numero dei posti per ricercatori. 500 MILIONI DI EURO SOLO ALLE UNIVERSITA' MIGLIORI. 500 milioni di euro (cioe' il 5% del Fondo del Finanziamento Ordinario) saranno distribuiti alle universita' migliori: quelle con produzione scientifica migliore, l'organizzazione e la qualita' didattica migliori. Le universita' piu' virtuose saranno individuate attraverso i parametri di valutazione Civr, Cnvsu e modelli internazionali. FINANZIAMENTI A CHI ELIMINA CORSI E SEDI DISTACCATE INUTILI. Saranno premiate con piu' finanziamenti, trasferiti direttamente dal ministero, le universita' che ridurranno sedi distaccate non funzionali e corsi di laurea in eccesso rispetto alle reali esigenze formative degli studenti e alle richieste del mondo del lavoro. ENTI DI RICERCA ESCLUSI DA BLOCCO ASSUNZIONI. Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che e' entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche. CONCORSI RICERCATORE GIA' BANDITI FUORI DA TURN OVER. I bandi di concorso per posti da ricercatore gia' banditi sono esclusi dal turn over. 2300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn-over. BORSE STUDIO PER 135 MLN EURO A 180MILA RAGAZZI MERITEVOLI. Per la prima volta in Italia tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio.L'incremento di 135 milioni di euro sara' destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici.180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l'esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto gia' oggi. 65 MILIONI PER NUOVE RESIDENZE UNIVERSITARIE. 1700 posti letto in piu' per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie. ------------------------------------------------------------------- Roma, 6 nov. (Adnkronos/Ign) "Voglio subito precisare che non ci sarà nessun blocco per i concorsi universitari già banditi". Ad assicurarlo è stato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini (nella foto) a Palazzo Chigi, spiegando che il decreto approvato oggi dal Cdm prevede lo sblocco del turn over per gli enti di ricerca. Ha poi voluto spiegare che ''il provvedimento interviene in via transitoria su concorsi per ricercatori e professori. Abbiamo pensato a questo meccanismo, perché vogliamo introdurre un forte segno di discontinuità: al posto di cinque persone ne eleggeremo dodici e dentro a queste ne sorteggeremo quattro''. Secondo il ministro, è un ''elemento di assoluta trasparenza anche rispettoso dell'università: i concorsi non saranno posticipati di molto ed entro la fine di gennaio le commissioni saranno composte con le nuove modalità. Non c'è nessun blocco e nessun rinvio sine die. Si tratta -precisa- solo di un leggero spostamento di qualche settimana per consentire la formazione della commissione con il nuovo metodo''. Gelmini snocciola poi alcuni dati: sono 1.800 i concorsi per 3.700 idoneità da professore e 320 i posti da ricercatore.Il ministro dell'Istruzione ha voluto precisare che oggi "il Cdm ha varato le linee guida per l'università e ha approvato anche un decreto legge. Le linee guida, precisa, rappresentano "un documento programmatico che offriamo al dibattito con il mondo accademico, ma che sarà oggetto di discussione anche in Parlamento nelle Commissioni e inAula". Il decreto consta invece di "tre articoli" più "un quarto relativo solo a una norma di copertura". "Si tratta di un provvedimento piccolo che, ribadisco -dice il ministro-, non vuole essere e non è la riforma dell'università, ma prevede semplicemente una serie di misure urgenti sul diritto allo studio, sulla valorizzazione del merito e sul ricambio generazionale negli atenei e anche sulla riqualificazione della spesa".Per quanto riguarda il capitolo 'fondi', il ministro Gelmini ha annunciato che "cinquecento milioni di euro saranno assegnati agli atenei più virtuosi", mentre il decreto legge del Consiglio dei ministri prevede anche lo stanziamento di "135 milioni di euro per borse di studio a favore di 180 mila ragazzi più meritevoli". "E' la prima volta -conclude il ministro- che il Paese riesce a coprire tutte le necessità e a garantire tutti gli aventi diritto" mentre di solito "venivano esclusi circa 40 mila ragazzi" meritevoli. ------------------------------------------------------------------- Calendario lezioni in piazza FUORI LE LINGUE! La Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Cagliari organizza un ciclo di lezioni all'aperto presso la "terrazza" del Bastione di Saint Remy, dalle ore 9.00 alle ore 13.00: *MERCOLEDì 5 NOVEMBRE 2008: Massimo Arcangeli - "Dai comizi di piazza all'agorà televisiva: il linguaggio della politica fra Prima e Seconda Repubblica". Nicoletta Dacrema - "La prosa silenziosa del primo Rilke". Françoise Bayle - "La lingua fattore di unione e identità". OSPITE DEL GIORNO: Flavio Soriga (scrittore) - "Pubblico Delirio". *GIOVEDì 6 NOVEMBRE 2008: Mauro Pala - "Baroni, pantere e dintorni e Letteratura Critica sulle Riforme Universitarie". Maria Gabriella Da re - "Riflessioni sui razzismi". Paola Boi - "Emancipation without freedom: le lotte per la democrazia in America". OSPITE DEL GIORNO: Nicola Lecca (scrittore) - "Valore e potere dell'individualità". *VENERDì 7 NOVEMBRE 2008: Ore 9:30 – Manifestazione degli studenti Universitari da Piazza del Carmine. Ore 16:00 – "Cultura e Università: orientamenti e linee di sviluppo", conferenza con la partecipazione di Marino Sinibaldi (giornalista e critico letterario). *LUNEDì 10 NOVEMBRE 2008: Giovanna Caltagirone - "Sardegna 1932. Un'altra isola. Vittorini, dal Viaggio in Sardegna a Sardegna come un'infanzia". Simonetta Salvestroni - "Cinema di Kubrick e contraddizioni del presente". Stephen John Buckledee - "L'umorismo nella lingua inglese". Maria Dolores Garcia Sanchez - "Le ragioni del poeta" OSPITE DEL GIORNO: Giorgio Todde – “Paesaggio e Identità”. *MARTEDì 11 NOVEMBRE 2008 Ornella Gabbrielli - “Mari del vecchio e del nuovo mondo: Mediterraneo e Caribe”. . Abdul Karim Dahmash - "Il linguaggio della letteratura tra Europa e mondo arabo". Riccardo Badini - "Rinascita indigena d'America e modernità". Francesco Asole - "Teatro e Società" Marco Pignotti – Grandi discorsi dei "grandi" dittatori in lingua originale *MERCOLEDì 12 NOVEMBRE 2008: Marinella Lorinczi - "Sulla competenza linguistica". Filippo Zerilli - "Gomorra: considerazioni sul metodo etnografico". Antonietta Marra - "Diritti linguistici e plurilinguismo" Giannarita Mele - "Gli anni di Kennedy e Chruschev". Daniela Virdis - "Lo stile conversazionale di Bree in Desperate Housewives". *GIOVEDì 13 NOVEMBRE 2008: Gabriel Andres Renales - "Información y manipulación informativa: El Mundo (Julio Fuentes) / Corriere della Sera (M.Grazia Cutulli)" Maurizio Trifone – "Parole dialettali e parole straniere nell'italiano di oggi" Angelo Deidda - "Il sapere (inutile) : la letteratura e il post-moderno" Ignazio Efisio Putzu e prof.ssa Nicoletta Puddu - "Linguistica e Genetica". Albert Abi Aad - “Lingua e potere: l’esempio dell’arabo”. Esposizione Lettera di Pietra per il ministero dell'Istruzione dello scultore Gigi Porceddu. Venite, venite e venite! Vogliamo tantissima gente! Che Nettuno sia con noi Per informazioni di qualsiasi tipo: linguecagliari@gmail.com

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