lunedì 26 aprile 2010

APRIL is the cruellest month...

Cari compagni di sventure, 

vi invito a leggere con la massima attenzione le prossime righe, poiché vi esporrò un problema che riguarda tutti da vicino.

L’Università non sta attraversando un periodo troppo positivo, infatti la nuova riforma universitaria (il Ddl Gelmini) prevede pesanti tagli di fondi a tutte le università e introduce “la definitiva messa ad esaurimento della figura del ricercatore a tempo indeterminato”.

La situazione dei ricercatori italiani non è rosea: svolgono gratuitamente l'attività didattica frontale in molti corsi senza ottenere alcun riconoscimento e non hanno alcun peso negli organi di governo degli atenei. Il decreto prevede che al posto della figura del ricercatore a tempo indeterminato venga creata quella di un ricercatore "precario", con un contratto di tre anni (rinnovabile solo per altri tre).
I possibili scenari sono che gli atenei, messi alle strette, potrebbero liberarsi dei ricercatori attuali a tempo indeterminato per assumerne di giovani a tempo determinato, esattamente come fanno i call-center che assumono ventenni per 6 mesi invece che personale specializzato. E sarebbe anche comprensibile che i giovani dottorandi e neolaureati, bramosi di lavoro, non rifiutassero la possibilità di essere assunti a tempo determinato e creassero una grossa spinta, mettendo di conseguenza i ricercatori attuali alle strette e producendo una divisione all’interno del loro fronte. 
Per gli attuali ricercatori questo provvedimento è “una discriminazione inconcepibile ed offensiva” che tende a emarginarli, ridicolizzandone le competenze scientifiche e didattiche.

Vista la situazione, i ricercatori cagliaritani, che costituiscono il 40 % dell’intero corpo docente, hanno deciso di astenersi da qualsiasi attività per la quale non sono pagati, e si dichiarano “indisponibili per l'A.A. 2010/11 ad essere inclusi tra i “docenti necessari” per l’attivazione di un corso di laurea”. Questo movimento non è solo circoscritto all'ateneo cagliariano: la maggior parte dei ricercatori degli atenei italiani sospenderanno in toto la didattica. L'assemblea nazionale dei ricercatori universitari, tenutasi a Roma il 15 Aprile, ha deciso di indire una settimana (dal 17 al 22 maggio) di mobilitazione in tutti gli Atenei e di individuare la giornata di venerdì 21 maggio 2010 per lo svolgimento di una Manifestazione nazionale di tutte le componenti universitarie.

L’interrogativo più vitale è: ora, con questo sciopero della didattica quanto influirà questo 40% sull’attivazione dei corsi? Potrebbero succedere due cose: che alcuni atenei vengano bloccati completamente e si perda l'anno accademico, o più probabilmente che vengano tagliati corsi di laurea per il prossimo anno. In breve, senza l’apporto fondamentale di questo “ufficioso” corpo docente, l’Ateneo di Cagliari si troverà costretto a non poter attivare moltissimi corsi triennali o magistrali. Mi preme ricordarvi che nella nostra facoltà i ricercatori sono ben 24 (tra questi molti sono docenti di lingua) e quasi tutti aderiscono allo sciopero.

La situazione è abbastanza allarmante, da come potete ben vedere, la Facoltà di Lingue rischia di ridurre ulteriormente la sua offerta formativa a causa di tali provvedimenti.
Invito tutti a prendere visione del documento dei ricercatori su http://ricercatori.unica.it/, e a non sottovalutare la questione.
 
Vi segnalo, inoltre, gli articoli sul giornale dell'Associazione Jan Palach scritti da due studentesse della nostra facoltà (pagine 4 e 6): http://www.janpalach.it/images/M_images/Graffiti/graffiti%2063%20web.pdf . Entrambi sono dettagliati ed esaustivi, il secondo è un intervista a un ricercatore della Facoltà di Lingue.

Noi cercheremo di organizzare un incontro con i ricercatori e gli studenti, per spiegare meglio la situazione e i possibili scenari particolarmente importanti per gli studenti. Non sarà più solo questione di lettorati persi, ma di interi corsi mutilati.

Vi anticipo che per il 6 maggio è prevista un’assemblea generale al Magistero, per affrontare la questione a livello d’Ateneo.

Confido nella vostra partecipazione.


Saluti


Stefania Costanzo

Rappresentante di “Studenti di Lingue”

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