lunedì 2 febbraio 2009

Il Comune boccia il campus dell'Università

Fonte: la Nuova Sardegna — 30 gennaio 2009   pagina 01   sezione: CAGLIARI

semoleria005CAGLIARI.
Poker di superdelibere ieri in Comune.
La giunta ha approvato il piano regolatore del porto, lo studio per sistemare la zona di Su Stangioni e quindi mettere in moto l’edilizia popolare, il piano di utilizzo dei litorali (sul quale si decideranno quante concessioni resisteranno nelle spiagge), infine ha bocciato il campus dell’Ersu nell’ex semoleria. Attenzione alle parole: nella delibera si parla di residenza universitaria, non di campus. Perché secondo il Comune quello dell’Ersu è un albergone bellissimo da 1.600 persone dove, su 2 ettari, per ogni studente non ci sarebbero più di 10 metri quadri

L’assessore all’urbanistica
Gianni Campus spiega che «si può perfezionare il degnissimo progetto di realizzare nell’ex Semoleria un luogo per studenti», ma che «bisogna rivedere l’impostazione e la quantità» del progetto. Tutto, insomma.
Perché
secondo il Comune, così concepito, il progetto costruisce residenze per studenti senza spazi e senza scambi con la città attorno (il porto e la via Roma). Inoltre il progetto sostenuto dall’Ersu non terrebbe conto delle necessità patrimoniali, quindi erariali, del Comune perché non si è trovato un accordo su cosa dare in cambio alla città una volta cancellato il silos che, nel progetto precedente sulla stessa zona (con la società Edilia), doveva diventare un edificio comunale destinato ad archivio.
«Il progetto Ersu in sé è bellissimo - dice Campus - ma bisogna capire che un corpo sociale come quello degli studenti e il grande porto, fisicamente proprio lì adesso ridisegnato dal piano regolatore, non possono non integrarsi, non si può progettare la città per incidenti successivi. Nell’ex Semoleria si sta disegnando un pezzo di città, non si può creare segregazione ulteriore: Cagliari gli studenti li deve vedere, non sistemarli in un ricovero seppure di lusso». Con il no al progetto dell’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, viene dato un altro colpo a uno dei temi residui dell’accordo di programma Regione-Comune, bocciato dal consiglio comunale con uno strascico di polemiche nella maggioranza di centrodestra (il sindaco l’aveva firmato, la sua coalizione gliel’aveva bocciato). Di quell’accordo facevano parte la riorganizzazione degli uffici della Regione lungo l’asse viale Trieste-viale Trento; il cosiddetto studentato (perché Cagliari si accorgesse finalmente dei 40 mila ragazzi che la tengono lontana da morte sicura); la resurrezione di Sant’Elia. L’idea di costruire un accordo era buona perché, data la vastità degli argomenti, era ragionevole credere che sarebbe stato più facile trovare il modo di equilibrare gli aspetti patrimoniali: la Regione investiva molto e chiedeva molto, al Comune bisognava restituire molto.
In attesa di leggere la delibera della giunta, l’
assessore regionale alla Pubblica istruzione, Maria Antonietta Mongiu, non nasconde il suo stupore: «Sono impressionata, mille volte ci siamo incontrati... c’è il progetto di un grande architetto per l’università, per gli studenti, cui in passato si rifilava l’invenduto e questa è la risposta del capoluogo? La risposta alla Sardegna: perché gli studenti a Cagliari vengono da tutta l’isola...». C’è il problema delle cubature in eccesso: «C’è un problema di numeri, gli studenti sono un certo numero, è meglio quindi che una parte di loro resti ostaggio di chi affitta in nero? Devono avere il coraggio di dire che non lo vogliono fare, Cagliari volta le spalle alla Sardegna, alla società della conoscenza, al futuro». 
Sulle altre delibere varate ieri mattina: Cagliari diventa una città portuale; lungo l’asse nord-est nascerà un quartiere per 2.600 persone con strade, servizi pubblici e senza rischi idrogeologici (alluvione).

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