mercoledì 21 gennaio 2009

Scuola, l'Italia spende poco per formare i giovani

Investimento 4,4% Pil equivale 21 posto in Ue dove media è 5%.


ROMA, 9/1/2009

Ancora cattive notizie per l’investimento che l’Italia adotta a favore dell’istruzione: nel 2005 nell’Ue allargata a 27 solo cinque paesi - Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Grecia e Spagna - hanno fatto peggio del nostro, fermo al 4,4% del Pil.

A comunicarlo è l’Eurostat, l’istituto statistico della commissione Europea che raccoglie ed elabora dati dell’Ue a fini statistici: per l’organismo sovranazionale la media di spesa pubblica destinata dall’Unione europea all’istruzione sarebbe pari al 5% del Pil.

Con il 4,4% del Pil l’Italia rispetto agli altri paesi dell’Ue si posiziona quindi solo al ventunesimo posto: soltanto Repubblica Ceca e Spagna (4,2%), Grecia (4%), Slovacchia (3,8%), Romania (3,5%) spendono meno per formare alunni e studenti.

Nel calcolo fatto da Eurostat sono stati presi in considerazione tutti i livelli di spesa pubblica - a livello locale, regionale e nazionale - non solo riguardanti scuole ed università, ma anche tutte le altre istituzioni impegnate nel sistema formativo nazionale: come i vari ministeri, i dipartimenti della pubblica istruzione e la ricerca.

Il nostro paese si posiziona meglio, invece, quando il calcolo riguarda la spesa affrontata per ogni alunno o studente sulla base dello Spa (acronimo di `Standard del potere d’acquistò) derivante dai diversi livelli di costo della vita: con una spesa media individuale pari a 5.908 spa l’Italia si posiziona infatti, sempre nella graduatoria Ue, perfettamente a metà (in quattordicesima posizione). Molto lontana da paesi vicini ma più virtuosi nel formare i proprio giovani, come Austria e Danimarca che investono 8.000 Spa .

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